Ryan Gosling, negli ultimi anni, è diventato uno dei volto hollywoodiani più amati dal pubblico. Grazie ad una serie d’interpretazioni brillanti, ha dimostrato di non essere il classico ‘bello che non balla’, ma di avere, al contrario, un talento versatile. Da eroe romantico a cupo antieroe, l’attore canadese ha fatto un po’ di tutto. Si è distinto tanto in film indipendenti, come Blue Valentine (2010), che in blockbuster quali Blade Runner 2049.
Prossimamente debutterà nel franchise di Star Wars grazie al regista Shawn Levy e al suo Starfighter e gira voce che potrebbe entrare ufficialmente anche nel Marvel Cinematic Universe come Ghost Rider. In attesa di saperne di più sulla sua fitta agenda, ricordiamo 5 occasioni in cui Gosling ha rinunciato a ruoli che hanno riscosso un incredibile successo.
Doctor Strange (2016)
Poco sopra si accennava ad un plausibile ingresso di Ryan Gosling nel MCU. Sappiate che non è la prima volta che la star di Barbie si trova ad un passo dall’incontrare gli Avengers. Nel 2014, la Disney aveva messo gli occhi su Ryan per il ruolo dello Stregone Supremo, il Dr. Stephen Strange, dopo che i colloqui con Joaquin Phoenix non erano andati a buon fine. Riuscite a immaginare Gosling, con addosso il mantello rosso, che padroneggia poteri mistici per salvare il mondo? Purtroppo è rimasto un sogno. Il divo ha declinato la gustosa offerta della Marvel e la parte è andata a Benedict Cumberbatch, che ha reso il personaggio memorabile in ben 6 film, tra camei e stand-alone.

28 giorni dopo (2002)
28 giorni dopo di Danny Boyle è diventato un classico di culto, soprattutto grazie all’indimenticabile interpretazione di Cillian Murphy nei panni di Jim, un corriere in bicicletta che si muove in un mondo post-apocalittico. Il Premio Oscar per Oppenheimer, tuttavia, non era la prima scelta per il ruolo. In cima alla lista c’era Ewan McGregor, che sarebbe tornato a lavorare con Boyle dopo Trainspotting. Quando quest’ultimo si è ritirato, la palla è passata a Ryan Gosling. Il destino però aveva altri piani e, causa impegni precedenti, l’attore ha rifiutato un film pieno di suspance e un personaggio crudo e intrigante. 28 giorni dopo è stato un enorme successo e ha fatto di Murphy come una forza da non sottovalutare nel settore. La carriera di Gosling non ne ha certo risentito, ma viene da chiedersi come sarebbe stato questo intenso e originale horror post-apocalittico con lui come protagonista.

La Bella e la Bestia (2017)
La trasformazione di Emma Watson in Belle nel remake live-action targato Disney di La Bella e la Bestia è stata un momento magico per i fan. Trovare la Bestia non è stato altrettanto facile. Il ruolo è andato a Dan Stevens ma, a quanto si dice, Ryan Gosling è stato preso in considerazione. In questa particolare circostanza, il destino si è divertito a sparigliare le carte, creando uno di quei ‘what if‘ da mandare in tilt il cervello. Emma Watson, infatti, ha rifiutato il ruolo di Mia in La La Land di Damien Chazelle per realizzare il suo sogno d’interpretare una principessa Disney. Ryan Gosling ha fatto la scelta opposta, rinunciando alla Bestia per recitare accanto a Emma Stone nel musical acclamato dalla critica.
La Bella e la Bestia ha sbancato il box office e, ad oggi, è uno dei migliori live-action mai sfornati dallo studio. Ad ogni modo, è difficile biasimare Gosling per aver detto no. Optare per La La Land – vincitore di 6 Premi Oscar e 7 Golden Globes, si è rivelata una mossa decisiva per la sua carriera. La sua performance, nei panni di Sebastian Wilder, gli è valsa la seconda nomination all’Oscar (la prima era stata per Half Nelson nel 2007) e la consacrazione come uno degli attori più versatili di Hollywood. È stata una scelta che ha davvero dato i suoi frutti.

Cinquanta sfumature di grigio (2015)
È capitato che Ryan Gosling interpretasse un rubacuori o un playboy incallito, ma lo immaginate nei panni dell’ambiguo Christian Grey? Il divo era in lizza per il ruolo principale nell’adattamento di Cinquanta sfumature di grigio ma, quando rifiutò, l’autrice E.L. James e la regista Sam Taylor-Johnson scelsero Charlie Hunnam. Soltanto un mese dopo, Hunnam si è tirato indietro. A quel punto è stato preso in considerazione Robert Pattinson, che ha a sua volta detto di no. La scelta è infine ricaduta su Jamie Dornan e Dakota Johnson, che interpretava Anastasia Steele. La trilogia di Cinquanta sfumature non è stata esattamente un successo di critica, ma è stata innegabilmente un fenomeno al botteghino, incassando oltre un miliardo di dollari in tutto il mondo. Uma cosa è certa: in questo caso, Ryan Gosling ci ha visto lungo e ha scansato un fosso.

Dallas Buyers Club (2013)
Matthew McConaughey, nei panni di Ron Woodruff in Dallas Buyers Club, si è cimentato in un’interpretazione rivoluzionaria, che gli è valsa il Premio Oscar. Ma cosa sarebbe successo se Ryan Gosling avesse accettato la parte? La sceneggiatura di questo toccante dramma biografico, che ha anche vinto l’Oscar come Miglior Film, racconta di un uomo che introduce clandestinamente negli Stati Uniti trattamenti anti-HIV non approvati negli Anni Ottanta, ed è rimasta nell’ombra a Hollywood per anni. Nel 2011, Gosling era in trattative per interpretare Woodruff, con l’intenzione di riunirsi con il regista Craig Gillespie, con cui aveva lavorato in Lars e una ragazza tutta sua. Sfortunatamente, sia Gosling che Gillespie hanno abbandonato il film prima che entrasse ufficialmente in produzione. McConaughey ha offerto una performance strepitosa, che ha entusiasmato critica e pubblico. Probabilmente, è proprio Ron Woodruff il peggior rimpianto di Gosling nella categoria ‘ruoli rifiutati’.
